lunedì 30 maggio 2016
domenica 29 maggio 2016
sabato 28 maggio 2016
venerdì 27 maggio 2016
mercoledì 25 maggio 2016
martedì 24 maggio 2016
lunedì 23 maggio 2016
sabato 21 maggio 2016
venerdì 20 maggio 2016
Moulin Rouge di Pierre La Mure per Meridiano Zero dal 26 maggio 2016 in libreria
Un romanzo storico sul
grande pittore Henri de Toulouse-Lautrec, che nel corso della sua breve e
travagliata esistenza riuscì a conquistare la fama ma non l’amore. Moulin Rouge
è la storia dell’ultimo rampollo di una famiglia di antica nobiltà che,
irrimediabilmente segnato nel fisico, fugge dal suo ambiente per approdare a
Montmartre, culla degli anticonformisti e degli artisti incompresi. Deforme,
ammalato, assetato di gioia, Henri de Toulouse- Lautrec si trova costretto a
cercare la felicità nel vizio e nell’arte. L’incantevole mondo parigino fin de
siécle viene rievocato in queste pagine con rara efficacia e profondità di
indagine. Fra la Torre Eiffel e il Moulin Rouge si muove una schiera di
personaggi famosi e ignoti, tutti indimenticabili: Debussy e la bionda
canzonettista Jane Avril; lo scrittore Oscar Wilde e l’assassino Caillette; il
geniale e sofferente Vincent Van Gogh, il suo preoccupato fratello Theo e l’inquieto
Gauguin; Degas, Pissarro e Seurat; Anatole France e La Goulue, ballerina di
cancan. Ma fra tutte le figure femminili del libro, quattro dominano l’azione.
Denise, la jeune fille che per prima diede a Henri l’esatta misura della sua
infelicità; Marie Charlet, la figlia della strada, di cui egli fu schiavo per
un breve periodo desolato; Myriam, creatura enigmatica e avida, che gli donò se
stessa per pietà, e per pietà dovette abbandonarlo. E infine, la madre, la
contessa Adèle, sublime esempio di martire silenziosa che si dedicò al suo
pietoso compito d’infermiera e di consolatrice.
Pierre La Mure
(1899-1976) è stato uno scrittore francese che ha ottenuto fama internazionale
grazie a questo romanzo pubblicato nel 1950 e tradotto in sedici lingue. Da
Moulin Rouge fu tratto un fortunatissimo film diretto da John Houston e una
commedia in tre atti. Numerosi i suoi romanzi storici ispirati a figure
realmente esistite, fra cui Beyond Desire, sulla vita di Cécile e Felix
Mendelssohn, e il biografico Claire de Lune, dedicato alle battaglie del
compositore francese Claude Debussy.
giovedì 19 maggio 2016
mercoledì 18 maggio 2016
martedì 17 maggio 2016
“Ode al vento (Una historia de antípodas)” di Pietro Berra (iQdB Edizioni di Stefano Donno) oggi in Cile alla Casa Museo di Pablo Neruda
Incontro con la poesia
di Pietro Berra (Italia) e letture dal suo ultimo libro “Ode al vento” (Una
historia de antipodas) edito da iQdB Edizioni di Stefano Donno . Presenta:
Mariagrazia Muscatello
Martedì 17 maggio, ore
19, Fondazione Pablo Neruda / Casa museo La Chascona, Fernando Márquez de la Plata 0192, Barrio
Bellavista, Providencia (Santiago de Chile)
La sesta raccolta di
poesie di Pietro Berra, con testo a fronte in spagnolo a cura del poeta cileno
Mario Castro e di Mirna Ortiz, è un viaggio sentimentale, letterario e
metaforico tra due paesi, l’Italia e il Cile, lontani geograficamente, ma
sornpredentemente vicini dal punto di vista umano. Una ricerca di luoghi
dell’anima, seguendo l’ispirazione dell’amore, dei paesaggi, della poesia (di
Pedro Salinas e Pablo Neruda, in particolare) e degli emigranti del secolo
scorso. “Ode al vento (Una historia de antípodas)” (42 pagine, 7 euro) del
comasco Pietro Berra, alla sua diciannovesima pubblicazione in volume, la sesta
in versi, propone un viaggio tra l’Italia e il Cile, che combina sogno e
realtà, richiami poetici (un’eco di Neruda è presente, non a caso, fin dal
titolo) e affettivi (la donna amata, che sulle ali della poesia si è trasferita
da Santiago al lago di Como), stagioni della natura e della creatività umana,
storie d’amore e di emigrazione. Il libro è inserito nella collana di poesia
delle edizione I Quaderni del Bardo Edizioni curate da Stefano Donno, che
puntano a recuperare il valore umano e sociale della parola poetica, vivendo
nel rapporto diretto tra l’autore e il suo pubblico, fatto di incontri, più che
di semplici presentazioni, anche a domicilio. E da una serie di incontri è nato
questo libro: in primis quello tra Pietro Berra e Mirna Ortiz Lopez, che “Da opposti
cieli guardavano / la stessa luna di novembre. // Lui dalla terrazza sospesa /
tra il castello del Barbarossa / e le cime dei noci. / Lei sopra l’insegna del
centro /commerciale di Ñuñoa” e poi con il poeta cileno (che vive tra la Svezia
e la Romania) Mario Castro Navarrete, curatore della traduzione dei testi in
castigliano con la collaborazione della Ortiz Lopez. Anfitrione di questi
incontri il grande poeta spagnolo della generazione del ’27 Pedro Salinas
(Mirna gli ha dedicato un gruppo su Facebook, che è stato luogo di conoscenza
prima di quelli materiali) cui è dedicata l’epigrafe che apre il volumetto (“I
cieli sono uguali / guardarli ci avvicina”). Le poesie sono tutte inedite,
tranne una: la già citata “Luna di novembre”, che lo sorso settembre fu
lanciata su piazza Duomo a Milano, assieme ai testi di altri autori cileni e
italiani, in uno dei “Bombardeos de poemas” che il collettivo Los Casagrande
sta organizzando da 15 anni nelle città che subirono ben altri bombardamenti
durante le guerre. In quell’occasione di realizzò il finale, in qualche modo
profetico, della poesia: “La notte che taglieranno il cielo / con un aereo per
abbracciarsi / dall’altro lato del sipario / alzate la testa ai sogni: / sul
mondo pioveranno bombe / di poesia”. Così come sono diventati materia e storia
i versi della poesia che dà il titolo al libro, simbolicamente riportati sul
risvolto di copertina: “Vento il mio cuore a forma di foglia / fallo volare
fino alla casa / di Neruda, fa’ che si posi sul mosaico / del pavimento accanto
ai miei piedi”. Un libro che è testimonianza della forza vitale della parola
poetica e invito a seguirla con l’anima e anche con il corpo.
iQdB edizioni di
Stefano Donno (i Quaderni del Bardo
Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale e Redazione:
Via S. Simone 74 - 73107 Sannicola (LE)
Redazione - Mauro
Marino
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lunedì 16 maggio 2016
venerdì 13 maggio 2016
giovedì 12 maggio 2016
mercoledì 11 maggio 2016
Norimberga. Processo al Terzo Reich (Novembre 1945-Ottobre 1946) di Giuseppe Mayda. Per Odoya in libreria dal 26 maggio 2016
Tra il 20 novembre 1945
e il primo di ottobre 1946 si tenne quello che oggi chiameremmo un
“maxiprocesso” al nazismo. Mayda è stato uno dei grandi interpreti di quel
momento: la sua prosa non solo tiene incollati alla pagina, ma dà anche conto
di tutte le implicazioni di quel momento storico fondamentale. Chiaro e
leggibile, puntuale e scorrevole: è il libro da riscoprire nel settantesimo
anniversario del processo di Norimberga. La città venne scelta per due motivi.
Da un lato per valore simbolico: fu teatro della promulgazione delle omicide
leggi razziali (1935). Mentre dall’altro per ragioni di carattere pratico: era
l’unica città tedesca che poteva ancora fornire, pure nella devastazione, strutture
solide atte allo scopo. Il primo tribunale internazionale
americano-russo-inglese e francese che si occupò di crimini contro l’umanità
nacque nonostante i tentennamenti di Stalin, che avrebbe preferito «la sola
giustizia dei plotoni di esecuzione». Si decise di circoscrivere ai fatti
relativi alla guerra e allo sterminio degli ebrei i lavori di quell’organo
giudicante: altrimenti gli americani avrebbero dovuto rispondere di Hiroshima e
Nagasaki e Stalin stesso dell’eccidio di Katyn (a questo misterioso episodio
Mayda dedica un intero capitolo); inoltre l’art. 8 dello Statuto di Norimberga,
che poi venne applicata negli Usa e in Inghilterra, sanciva la responsabilità
penale individuale e annientava l’appiglio più ghiotto per la difesa: l’adagio
assolutorio “stavano eseguendo gli ordini”. Mayda descrive i nazisti catturati
e rinchiusi sotto stretta sorveglianza nel basamento del tribunale nei minimi
particolari. Tra di loro spiccano i nomi di Göring, il braccio destro di
Hitler, l’Alte Kämpfen Hess dato per pazzo da quando fuggì in Scozia (si rivelò
invece perfettamente savio proprio durante il processo), Martin Bormann così
abbietto da provocare il disgusto anche negli altri imputati, Schacht che ovviò
abilmente al problema del finanziamento degli armamenti, Gusatv Krupp il noto
industriale, Von Papen “il furiere di Hitler”, “Von” Ribbentrop ministro degli
esteri del Führer e Ernst Kaltenbrunner, l’ultimo capo della Gestapo. Quel
momento fu la doccia fredda del risveglio per il sogno malato di questi
efferati criminali. Ancora preda della propria mitomania, molti negarono,
accamparono scuse assurde o si dissero totalmente certi che quella farsa
sarebbe durata poco e le loro gesta sarebbero state oggetto di onorificenze. Ci
furono tuttavia delle eccezioni: Ley, capo dei “Lupi Mannari” le cui ultime
parole furono «tutti quegli ebrei, mioddio, tutti quegli ebrei» si suicidò in
cella. Oppure Hans Frank, il “boia della Polonia”, che per due giorni interi
“continua a confessare, ad ammettere, ad aggiungere particolari, senza
nascondere nulla”. Tra colpi di scena e pochezze umane, il processo ottenne dei
risultati mirabili. Pure senza obbligo di prove come nei tribunali penali
nazionali, il processo di Norimberga svolse un lavoro accurato. Il racconto del
suo svolgimento è un’impagabile sintesi del periodo nazista: la documentazione
e la testimonianza che il presidente Jackson e gli altri “addetti ai lavori” ci
hanno lasciato sono uno dei più importanti moniti da consegnare alle
generazioni future.
Giuseppe Mayda, ligure,
è stato giornalista e studioso di storia del fascismo e del nazismo. Con Nicola
Tranfaglia ha pubblicato un’antologia sulla Seconda guerra mondiale, Come ci
hanno visti (1965). Tra le sue numerose pubblicazioni, per Mursia: I dossier
segreti di Norimberga.
lunedì 9 maggio 2016
domenica 8 maggio 2016
Tarantulae – La notte della Taranta di Maurizio Nocera (iQdB Edizioni di Stefano Donno) per il Maggio dei Libri alla Biblioteca “G.Rizzo” di Cavallino (Lecce)
Tarantulae – La notte
della Taranta di Maurizio Nocera (iQdB Edizioni di Stefano Donno) sarà
presentato per il Maggio dei Libri e con il Patrocinio del Comune di Cavallino
nell’ambito del progetto Autori a domicilio, da Alessandro Laporta
(bibliotecario) e l’editore Stefano Donno
presso la Biblioteca Comunale di Cavallino “G.Rizzo” di Via Amendola il 10 maggio 2016 ore 17,00. È
da molto tempo che Maurizio Nocera si dedica alla ricerca sul Tarantismo (ne
troverete testimonianza nella ricca bibliografia che chiude questo pamphlet),
un modo per stare con i piedi, con le mani e con il pensiero nella Terra, con
la sua Terra e con tutto il carico simbolico e magico che concima e cresce la
particolarità salentina. In questo poema – “scritto a Badisco, forse in una
notte d’agosto del 2015, davanti al mare che parlava alla luna”, Maurizio
Nocera rende omaggio, a tre grandi personalità: il danzatore Giorgio Di Lecce,
il tamburellista Uccio Aloisi, lo studioso Sergio Torsello. Loro, con la
complessità del tarantismo, a vario titolo, hanno avuto a che fare, segnando la
storia di questo fenomeno nella contemporaneità. Poi, “La Notte della Taranta”,
la catarsi collettiva, il fascino e il richiamo di una forma antica e il suo
resistere al e nel Tempo. Il sibilare e il battere delle pelli dei tamburelli
muove ancora il cercare… Non c’è quiete, tutto si fa ritmo, musica; quella
anima del Salento, essenza del “sentire”, prima arte, sua intima poesia. La
Notte di Melpignano di questo “sentire” è manifesto e laboratorio. C'è una
Taranta, un “morso” necessario, quello che il tempo provoca con le sue
storture: il brutto che invade, la precarietà, il disagio, la guerra sempre
presente nelle cronache del Mondo. Un “morso” che chiama alla presenza. La
musica di questo deve farsi carico. La catarsi della festa non è evasione,
distrazione, dimenticanza, pausa. Nell'incanto della trance è sempre necessario
trovare l'energia della consapevolezza. “Bellu l'amore e ci lu sape fare” canta
la pizzicarella: un amore largo, vasto per quanta è vasta la terra. Accoglierla
per intero significa portarla alla sua essenza di natura, d'Amore, appunto.
Abbraccio che si oppone, resiste e tenta di trovare soluzioni, il passo
possibile, la necessaria armonia. (Mauro Marino)
Maurizio Nocera è nato
a Tuglie, nel Salento, nel 1947. Numerosissime le sue pubblicazioni e le
iniziative editoriali che lo vedono coinvolto. E’ socio ordinario della Storia
Patria per la Puglia dal 1980.
iQdB edizioni di
Stefano Donno (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
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Redazione: Via S. Simone 74 - 73107 Sannicola (LE)
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sabato 7 maggio 2016
Guida alla musica dei balcani e del caucaso di Gianluca Grossi. Per Odoya dal 26 maggio 2016
Nell’intento di
rappresentare tutti i paesi dell’area balcani-caucaso, Gianluca Grossi tratta
una lista di artisti veramente formidabili. È la sua capacità di sintesi a
rendere la Guida maneggevole oltre che completa. Un vademecum veramente
imperdibile per l’appassionato delle melodie dell’Est, un libro che converrà
portare sotto braccio al negozio di dischi di fiducia. Vera e propria moda da
quando Goran Bregović e Emir Kusturica – questo recentemente proclamato Maestro
Concertatore durante la “Notte della Taranta”, massimo festival di world music
sul nostro territorio – hanno collaborato alla costruzione dell’immaginario
cinematografico (certo un po’ edulcorato) dei paesi dell’ex Jugolsalavia; la
musica balcanica è in realtà ben altro che canti melodiosi e frenetiche
sessioni di fiati. Per esempio il vitale
mix di generi (elettronica, ska, dub etc) del gruppo di Sarajevo Dubioza
Collective, qui definiti “geniali, roboanti, caleidoscopici, eccitanti”. Da
“fuorilegge” della musica noti con Free.Mp3 (The pirat bay song) a gruppo da
milioni di download, i Dubioza negli anni hanno attirato le collaborazioni di
Roi Paci, Manu Chao e Bill Gould dei Faith no more… In Croazia, anzi, per la
precisione in Dalmazia, è la musica klapa a riempire le arene di spettatori:
dagli anni duemila questo genere tradizionale è tornato di moda. Il festival
dedicato alla musica klapa, che si tiene ogni anno a Omiš, vicino a Split,
coinvolge ogni anno migliaia di giovani. Mica male per un genere che comprende
canto tenorile maschile e lo strumento classico croato a corde, la tamburica. Se
parlare di rebetiko greco (sì, c’è anche un folto capitolo dedicato alla
Grecia) dopo l’album di Capossela Rebetiko Gymnastas non è più una novità, ma
solo un approfondimento dovuto, è con Armenia, Georgia, Moldavia, Bulgaria e
Cipro che forse i più scafati troveranno primizie esotiche per le loro
discoteche. Basti pensare all’immortale fascino delle misteriose voci femminili
bulgare che con un coro di 24 elementi e l’album Le Mystère des Voix Bulgares:
Ritual arrivarono, grazie al produttore Marcel Cellier a vincere nel 1990
nientemeno che un Grammy! Ma se niente ancora vi ha impressionato, pensate che
molti di voi, nella fantastica Milano da bere del 1984, danzavano al ritmo di
People from Ibiza del croato naturalizzato Cecchetto Sandy Marton. Con l’ormai
famosa impaginazione delle guide alla pop culture Odoya, il lavoro di Grossi
(Osservatorio Balcani e Caucaso tra le altre testate su cui scrive) è completo
di corredo iconografico, per aiutare l’immaginazione nella scoperta di un mondo
spesso geograficamente vicino, ma abbastanza sconosciuto.
Gianluca Grossi lavora
come giornalista scientifico per i principali quotidiani e riviste nazionali.
Cura diversi blog, fra cui Spigolature Scientifiche, da lui creato nel 2008. Ha
scritto di musica per Buscadero e Rolling Stone e nel 2012 ha pubblicato La
musica dell’assenza (Arcana) e Guida alla musica francese (Odoya, 2014). Suoi
lavori di narrativa sono apparsi sulle riviste letterarie Inchiostro e
Prospektiva. Suona e canta nella band folk-rock Radio Corneliani.
venerdì 6 maggio 2016
giovedì 5 maggio 2016
mercoledì 4 maggio 2016
martedì 3 maggio 2016
lunedì 2 maggio 2016
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