mercoledì 28 dicembre 2016
iQdB Edizioni di Stefano Donno a "Le mani e l'ascolto", la rassegna al Fondo Verri Eventi a Lecce con Alceste Ayroldi che presenta Giuseppe Calogiuri e il suo “The Doors in direzione del prossimo whiskey bar”
La casa editrice iQdB Edizioni di Stefano Donno in
collaborazione con Acli Arte e Spettacolo Lecce sarà presente alla rassegna “Le
Mani e l’Ascolto incontri tra parole e suoni” intorno al pianoforte ospite
straordinario della saletta dell’Associazione Culturale Fondo Verri – Presidio
del Libro di Lecce. Un appuntamento ormai consueto nel cartellone che
l’Amministrazione Comunale di Lecce promuove per le festività del Natale e del
Capodanno. Sarà presentato da Alceste Ayroldi (giornalista e critico musicale)
il lavoro di Giuseppe Calogiuri dal titolo “The Doors in direzione del
prossimo whiskey bar”. La musica sarà quella di Mauro Tre. 29 dicembre
2016 ore 19,30 presso il Fondo Verri in via Santa Maria del Paradiso a
Lecce
“Ci vuole coraggio. Sì, ci vuole molto coraggio
nel chiedermi di scrivere una prefazione a un libro su di una band degli anni
’60. Perché, anche a voi che leggete, qual è il primo pensiero che vi viene in
mente? Sicuramente uno di quegli insopportabili gruppi frikkettoni, hippie,
pacifisti, lenti e insulsi sul modello di Mamas&Papas o Jefferson Airplane
(ne sono certo). Per fortuna, anche in quegli anni terribili dal punto di vista
musicale qualche luce affiorava nel buio. E, forse, una luce più di tutte,
quella di The Doors! Ed è di questa luce che questo libro vi parla. Meglio, ve
la racconta. E Giuseppe Calogiuri, conoscendo questa mia debolezza, ha saputo
trovare lo strumento e il coraggio giusto. Ma, forse, è necessario andare per
ordine… Il 4 gennaio 1967 The Doors pubblicano il loro primo album omonimo. Non
siamo in un anno qualsiasi, quel 1967 segnerà la storia degli Stati Uniti,
prima, e dell’intero mondo occidentale, poi. Già da qualche anno le forze
armate di Washington combattono lontano da casa una guerra non ufficiale.
Dall’inizio del suo mandato presidenziale, il “progressista” John F. Kennedy ha
cominciato a prendere i ragazzi del suo paese per scaraventarli dall’altra
parte del mondo. The Golden One (citando The Human League), figlio di una
famiglia arricchitasi spropositatamente grazie al commercio illegale di alcol,
ha precipitato gli Stati Uniti nel fango del Vietnam. Il suo successore, Lyndon
B. Johnson, ha continuato il lavoro. Anzi, lo ha portato alle estreme
conseguenze. Il 7 agosto 1964, il Congresso americano – approvando la H.J. Res.
1145 (conosciuta come la “Risoluzione del Tonchino”) – ha consegnato al
Presidente un assegno in bianco per portare le truppe ovunque ritenesse
necessario. È l’inizio della presidenza imperiale. E’ anche l’inizio, in
pratica, della coscrizione obbligatoria per i giovani americani. Quella carne
fresca serve. È indispensabile per combattere nelle paludi e nelle giungle del
sud-est asiatico. Nel 1968, saranno ben 500.000 i soldati impiegati in Vietnam
(con infiltrazioni anche in Cambogia e Laos per inseguire i charlie). In questo
clima, le Università sono le istituzioni che, più di altre, risentono della
guerra. I ragazzi che “vincono” alla perfida lotteria della coscrizione hanno
solo tre scelte: 1) accettare l’arruolamento; 2) scappare, magari in Canada
(come Jack Nicholson); oppure 3) scegliere la strada dell’obiezione di
coscienza. La terza è una scelta difficile, ti mette fuori dalla società e, per
questo, ci vuole un coraggio enorme. Un campione sportivo all’apice della
carriera rifiuterà più volte l’arruolamento e il 20 giugno del 1967 sarà
giudicato colpevole di tradimento. Quell’uomo era Muhammad Ali! Una nuova
strada doveva essere trovata. E qui la musica sarà fondamentale come mezzo di
aggregazione per tutti coloro i quali volevano fare qualcosa. Il 1967 regalerà
alla costa occidentale degli Stati Uniti la Summer of Love e al Vecchio
Continente la spinta alla rivolta studentesca, che in Europa inizierà nel
maggio dell’anno dopo. La scintilla partita dall’Università di Berkeley, in
California, diventerà fiamma viva in altri atenei, per trasformarsi in incendio
a Parigi. Il Monterey Pop Festival del giugno 1967 sarà il pretesto che
permetterà agli studenti di unirsi, confrontarsi e cogliere tutti i segnali che
artisti come Jimi Hendrix o The Who sputavano dal palco. Segnali che, in un
modo o in un altro, volevano dire rabbia. Beh, The Doors sono figli e, insieme,
strumento di quella rabbia e di quella società americana che è confusa e
terrorizzata dai suoi stessi leader. Una società che ha visto cadere i propri
miti politici con l’assassinio di Kennedy, o quelli sportivi, con l’arresto di
Ali, e che vede, continuamente, partire i propri ragazzi verso luoghi lontani e
impronunziabili per tornare, poi, in casse avvolte dalla bandiera a stelle e
strisce. Una generazione di giovani e adolescenti che si rifugia sempre più
nelle droghe. Magari nuove droghe come l’LSD, che aprono nuove porte. E queste
porte sono quelle già narrate da William Blake e che Jim Morrison, Ray
Manzarek, Robby Krieger e John Densmore faranno proprie e attraverseranno con
l’arroganza, l’incoscienza e la rabbia dell’età. Arroganza, incoscienza e
rabbia che non si possono non condividere e abbracciare. Abbracciare anche da
parte di chi, come me, è cresciuto con e nel punk, prima, e nella new wave,
dopo. Un triade di valori e sentimenti che tutti insieme risiedono in quella
prima prova discografica e che, qui, Giuseppe Calogiuri analizza e descrive con
sapienza tecnica assolutamente invidiabile (almeno da parte di chi crede che
conosciuti due accordi si possa e si debba formare una band!). Quello che avete
tra le mani non è un ennesimo libretto sulla band di Los Angeles, no. Sono
pagine che vi faranno fare un passo avanti sulla strada della conoscenza di un
album fondamentale. Un disco con veri gioielli. E alcuni sono gioielli
sfrenatamente gotici: come non citare la bellezza fulminante di The Crystal
Ship. Pezzo che, per il chiaro riferimento a leggende celtiche, avrebbe
sicuramente fatto innamorare i membri della Confraternita Pre-raffaellita di
vittoriana memoria. Il dolore che trasuda freddo e umido da End of the Night o
l’incestuoso sangue che sgorga da The End. Pezzo, quest’ultimo, che non può non
ricordare In Cold Blood di Truman Capote e a causa del quale, soprattutto, sono
certo, il Re Inchiostro Nick Cave avrebbe venduto l’anima per poter scrivere
una murder ballad come quella. Insomma, ora basta, inutile aggiungere altro.
Giuseppe Calogiuri vi ha invitato, vi ha aperto le porte e, come avrebbe
cantato Ian Curtis: “This is the Way… step inside!” (Prefazione di Daniele De
Luca)
Giuseppe Calogiuri (1978) è nato a Lecce e qui vive e
lavora come avvocato specializzato in diritto d’autore e degli artisti. Alla
professione affianca l’attività di chitarrista ed ha all’attivo un decennio di
militanza nella prima tribute band salentina dei Doors, con la quale ha portato
il sound della band di Los Angeles in giro per la Puglia. Giornalista e
scrittore, tra i suoi lavori “Una buona giornata” (premio “Corto Testo”),
“Tramontana” (Lupo Editore, 2012), “Cloro” (Lupo Editore, 2016).
iQdB edizioni di Stefano Donno (i Quaderni del
Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74 - 73107
Sannicola (LE)
Redazione - Mauro Marino
Segreteria Organizzativa – Dott.ssa Emanuela
Boccassini
Public Relations – Raffaele Santoro
Social Media Communications - Anastasia Leo, Ludovica
Leo
venerdì 16 dicembre 2016
giovedì 15 dicembre 2016
mercoledì 14 dicembre 2016
Daniela Palmieri, “Con tutto il cielo in gola”(iQdB Edizioni di Stefano Donno) alla Libreria Palmieri
Daniela Palmieri e il suo “Con tutto il cielo in gola” (iQdB Edizioni di
Stefano Donno) sarà presentato dal giornalista Raffaele Gorgoni giovedì 15
dicembre 2016 ore 18,30 presso la Libreria Palmieri in via Salvatore Trinchese
62 a Lecce. Presenta l’autrice il giornalista Raffaele Gorgoni
“Con tutto il cielo in gola” di Daniela Palmieri edito da iQdB Edizioni
di Stefano Donno è un romanzo sociale, ambientato nella contemporanea città di
Lecce. L’autrice, con uno stile semplice e scorrevole, dal ritmo incalzante,
racconta le vicende di confine della così nota “zona 167”. Con estrema
sincerità Daniela dipinge i volti, le anime e i pensieri turbinosi dei vari
personaggi, impegnati a superare le difficoltà che il destino ha posto sul loro
cammino. Attorno ai protagonisti ruotano numerosi personaggi, la cui vita è
scandita da gesti quotidiani, dagli stessi volti e luoghi in cui ritrovarsi,
dalle stesse chiacchiere, dalla storia che sembra ripetersi uguale per tutti,
fatta di sconfitte, di frustrazioni e fatica. Le loro vite girano su se stesse
e si intrecciano con quelle di Antonio e Matilda. Il primo è un quarantenne
deluso e sconfitto dalla vita. Era una “promessa”, avrebbe potuto fare grandi
cose, ma, con la scomparsa del padre perde tutto: non solo l’affetto del
genitore, ma persino se stesso, il proprio futuro e le speranze. Anche la morte
prematura del padre di Matilda cambia completamente la vita della sedicenne. La
madre, per pagare i creditori vende tutto, abbandona la casa e il lusso in cui
vivevano e si trasferisce, con le due figlie e la nonna, in un quartiere che
odora di disperazione e povertà. Uno spazio urbano dove ciascuno sembra
condurre la propria esistenza incurante della sofferenza altrui, dove il grigio
pervasivo sembra l’unico colore in grado di soffocare qualsiasi possibilità di
slancio. Tutto questo fino a quando lo sfratto nudo e crudo di una famiglia in
difficoltà “sveglia” gli abitanti della “167”,
e li porta fuori per strada a lottare per una causa. Certo, ciascuno per
un motivo differente: chi per sentirsi parte di un qualcosa di grande, chi per
farsi perdonare un omissione una negazione, chi per farsi notare dall’uomo di
cui è segretamente innamorata, chi semplicemente perché non ha altro da fare. E
allora per tutto il quartiere si sente una certa “aria di rivoluzione” … da respirare a pieni polmoni senza se e
senza ma!
Daniela Palmieri è proprietaria
dell’omonima libreria, una delle più antiche di Lecce. Ha scritto “Parole in
prestito” per iQdB edizioni.
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del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
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lunedì 12 dicembre 2016
Anna Scarsella e il suo Io sono fantasma (iQdB Edizioni) alla Libreria I Volatori di Nardò
“Io sono fantasma” di Anna Scarsella edito da iQdB
Edizioni di Stefano Donno si presenta il 14 dicembre 2016 alla Libreria
I Volatori di Nardò in Via Pellettieri 18 a Nardò. Start h.
18,00. Interverrà insieme all’autrice, l’editore Stefano Donno e il
giornalista Raffaele Polo.
"Io sono un fantasma" è un libro per chi ama
gli scritti pieni di mistero, con buon contorno di cimiteri, fantasmi, morti
drammatiche e un pizzico di gothic. «Aggiungiamo, con buona misura, un pizzico
di psicologia e il gusto per l'ineluttabilità del fato, di antica, studiata
memoria greca. E infine lasciamoci coinvolgere dal susseguirsi della trama, che
incalza, senza pause e tentennamenti», sottolinea Raffaele Polo nell'introduzione.
«Siamo, insomma, nello scenario che la brava autrice ci ha già fatto conoscere
nei suoi precedenti scritti. Ma qui si sposa una scelta narrativa che pare
fatta apposta per le edizioni de I Quaderni del Bardo di Stefano Donno, veri
epigoni salentini dei fortunati Sellerio dalla copertina blu. Pensate, neppure
il facile escamotage di nascondere l'identità della protagonista, facendola
emergere solo nelle ultime pagine. Macchè, qui si sa già tutto, sin dal titolo.
E la storia comincia e finisce senza indulgere in futili scene d'amore o
descrizioni circostanziate di luoghi e persone. Di vera scuola americana, è
l'azione che conta. Soprattutto l'atmosfera di squisito neo classicismo che fa
emergere ombre, spiriti e bauli sospetti da cimiteri sempre deserti ed
oscuri.... Poi, va bene, arriva la conclusione. E ci lascia con un sospiro di
sollievo perchè il colpo di scena è ben calibrato e plausibile. Magari un po'
pittoresco, ma è così: ai fantasmi non si comanda... Vi piacciono Le Fanu,
Stoker e Lovecraft? Ecco, qui siamo in un campo totalmente diverso. Siamo a
Malecuti. Possibile, che questo nome non vi dica niente?”»."
Anna Scarsella è docente di filosofia e scrittrice
salentina autrice di diverse pubblicazioni che spaziano dal Giallo al Noir.
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mercoledì 7 dicembre 2016
Giuseppe Calogiuri con il suo The Doors alla Libreria I Volatori di Nardò il 10 dicembre 2016
“The Doors” – The Doors in direzione del prossimo
whiskey bar di Giuseppe Calogiuri, con prefazione di Daniele De Luca
(Unisalento) edito da iQdB Edizioni di Stefano Donno si presenta il il 10
dicembre 2016 alla Libreria I Volatori di Nardò in Via Pellettieri 18 a
Nardò. Start h. 18,00. Interverranno insieme all’autore, l’editore
Stefano Donno e il giornalista Giuseppe Tarantino.
“Ci vuole coraggio. Sì, ci vuole molto coraggio nel chiedermi
di scrivere una prefazione a un libro su di una band degli anni '60. Perché,
anche a voi che leggete, qual è il primo pensiero che vi viene in mente?
Sicuramente uno di quegli insopportabili gruppi frikkettoni, hippie, pacifisti,
lenti e insulsi sul modello di Mamas&Papas o Jefferson Airplane (ne sono
certo). Per fortuna, anche in quegli anni terribili dal punto di vista musicale
qualche luce affiorava nel buio. E, forse, una luce più di tutte, quella di The
Doors! Ed è di questa luce che questo libro vi parla. Meglio, ve la racconta. E
Giuseppe Calogiuri, conoscendo questa mia debolezza, ha saputo trovare lo
strumento e il coraggio giusto. Ma, forse, è necessario andare per ordine... Il
4 gennaio 1967 The Doors pubblicano il loro primo album omonimo. Non siamo in
un anno qualsiasi, quel 1967 segnerà la storia degli Stati Uniti, prima, e
dell'intero mondo occidentale, poi. Già da qualche anno le forze armate di
Washington combattono lontano da casa una guerra non ufficiale. Dall'inizio del
suo mandato presidenziale, il “progressista” John F. Kennedy ha cominciato a
prendere i ragazzi del suo paese per scaraventarli dall'altra parte del mondo.
The Golden One (citando The Human League), figlio di una famiglia arricchitasi
spropositatamente grazie al commercio illegale di alcol, ha precipitato gli
Stati Uniti nel fango del Vietnam. Il suo successore, Lyndon B. Johnson, ha
continuato il lavoro. Anzi, lo ha portato alle estreme conseguenze. Il 7 agosto
1964, il Congresso americano – approvando la H.J. Res. 1145 (conosciuta come la
“Risoluzione del Tonchino”) – ha consegnato al Presidente un assegno in bianco
per portare le truppe ovunque ritenesse necessario. È l'inizio della presidenza
imperiale. E' anche l'inizio, in pratica, della coscrizione obbligatoria per i
giovani americani. Quella carne fresca serve. È indispensabile per combattere
nelle paludi e nelle giungle del sud-est asiatico. Nel 1968, saranno ben
500.000 i soldati impiegati in Vietnam (con infiltrazioni anche in Cambogia e
Laos per inseguire i charlie). In questo clima, le Università sono le
istituzioni che, più di altre, risentono della guerra. I ragazzi che “vincono”
alla perfida lotteria della coscrizione hanno solo tre scelte: 1) accettare
l'arruolamento; 2) scappare, magari in Canada (come Jack Nicholson); oppure 3)
scegliere la strada dell'obiezione di coscienza. La terza è una scelta
difficile, ti mette fuori dalla società e, per questo, ci vuole un coraggio
enorme. Un campione sportivo all'apice della carriera rifiuterà più volte l'arruolamento
e il 20 giugno del 1967 sarà giudicato colpevole di tradimento. Quell'uomo era
Muhammad Ali! Una nuova strada doveva essere trovata. E qui la musica sarà
fondamentale come mezzo di aggregazione per tutti coloro i quali volevano fare
qualcosa. Il 1967 regalerà alla costa occidentale degli Stati Uniti la Summer
of Love e al Vecchio Continente la spinta alla rivolta studentesca, che in
Europa inizierà nel maggio dell'anno dopo. La scintilla partita dall'Università
di Berkeley, in California, diventerà fiamma viva in altri atenei, per
trasformarsi in incendio a Parigi. Il Monterey Pop Festival del giugno 1967
sarà il pretesto che permetterà agli studenti di unirsi, confrontarsi e
cogliere tutti i segnali che artisti come Jimi Hendrix o The Who sputavano dal
palco. Segnali che, in un modo o in un altro, volevano dire rabbia. Beh, The
Doors sono figli e, insieme, strumento di quella rabbia e di quella società
americana che è confusa e terrorizzata dai suoi stessi leader. Una società che
ha visto cadere i propri miti politici con l'assassinio di Kennedy, o quelli
sportivi, con l'arresto di Ali, e che vede, continuamente, partire i propri
ragazzi verso luoghi lontani e impronunziabili per tornare, poi, in casse
avvolte dalla bandiera a stelle e strisce. Una generazione di giovani e
adolescenti che si rifugia sempre più nelle droghe. Magari nuove droghe come
l'LSD, che aprono nuove porte. E queste porte sono quelle già narrate da
William Blake e che Jim Morrison, Ray Manzarek, Robby Krieger e John Densmore
faranno proprie e attraverseranno con l'arroganza, l'incoscienza e la rabbia
dell'età. Arroganza, incoscienza e rabbia che non si possono non condividere e
abbracciare. Abbracciare anche da parte di chi, come me, è cresciuto con e nel
punk, prima, e nella new wave, dopo. Un triade di valori e sentimenti che tutti
insieme risiedono in quella prima prova discografica e che, qui, Giuseppe
Calogiuri analizza e descrive con sapienza tecnica assolutamente invidiabile
(almeno da parte di chi crede che conosciuti due accordi si possa e si debba
formare una band!). Quello che avete tra le mani non è un ennesimo libretto
sulla band di Los Angeles, no. Sono pagine che vi faranno fare un passo avanti
sulla strada della conoscenza di un album fondamentale. Un disco con veri gioielli.
E alcuni sono gioielli sfrenatamente gotici: come non citare la bellezza
fulminante di The Crystal Ship. Pezzo che, per il chiaro riferimento a leggende
celtiche, avrebbe sicuramente fatto innamorare i membri della Confraternita
Pre-raffaellita di vittoriana memoria. Il dolore che trasuda freddo e umido da
End of the Night o l'incestuoso sangue che sgorga da The End. Pezzo,
quest'ultimo, che non può non ricordare In Cold Blood di Truman Capote e a
causa del quale, soprattutto, sono certo, il Re Inchiostro Nick Cave avrebbe
venduto l'anima per poter scrivere una murder ballad come quella. Insomma, ora
basta, inutile aggiungere altro. Giuseppe Calogiuri vi ha invitato, vi ha
aperto le porte e, come avrebbe cantato Ian Curtis: “This is the Way... step
inside!” (Prefazione di Daniele De Luca)
Giuseppe Calogiuri (1978) è nato a Lecce e qui vive e
lavora come avvocato specializzato in diritto d’autore e degli artisti. Alla
professione affianca l’attività di chitarrista ed ha all’attivo un decennio di
militanza nella prima tribute band salentina dei Doors, con la quale ha portato
il sound della band di Los Angeles in giro per la Puglia. Giornalista e
scrittore, tra i suoi lavori “Una buona giornata” (premio “Corto Testo”),
“Tramontana” (Lupo Editore, 2012), “Cloro” (Lupo Editore, 2016).
iQdB
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Donno)
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