sabato 30 aprile 2016
giovedì 28 aprile 2016
mercoledì 27 aprile 2016
Manuale pratico di giornalismo disinformato, di Paolo Nori (Marcos y Marcos). Intervento di Nunzio Festa
'Nnaltro'
libro pazzesco. A 30 secondi di lettura al massimo, trovi un brivido di
stupore. Nori usa la lingua come una fisarmonica, no... no... no...: trasforma
la lingua italiana in questo strumento. Il solito Ermanno Baistrocchi ci
racconta delle sue brave lezioni di "Giornalismo disinformato", una
specie di scuola di scrittura creativa e ricreativa. Ma mentre deve
raccontarlo, per obbligo forse di legge s'intuisce da subito, a qualcuno in
particolare. Perché qualcosa di strano davvero è accaduto. Un avvenimento che,
ma molto vagamente, sa di giallo. Come si capisce all'inizio ma - ovvio -
meglio alla fine del romanzo: ché nelle cucina d'Ermanno Baistrocchi era steso
un morto! Mentre l'assillo lavorativo era di scrivere il nuovo romanzo
commissionato dal suo editore. Operazione di mestiere, però, che questa volta
Baistrocchi non riusciva proprio a farsi scendere in gola. E rimandava la
stesura del libro, rinviava il tempo della scrittura. Davvero? Quando, dopo la
prima esperienza con il giornale di sinistra "La canaglia" aveva
anche accettato una proposta di collaborazione giornalistica al destro "La
marmaglia". (Allora i redattori del primo, certo, l'avevano debellato
dall'elenco dei sostenitori attivi del loro giornale militante). Facendo, però,
il giornalismo disinformato che poi spiegava al suo gruppo di partecipanti alla
scuola, di giornalismo disinformato. Per intenderci meglio, fra le
caratteristiche del giornalismo disinformato ci sono pure le interviste alla
gente 'normale' e dire sempre le cose che non si possono dire. Ecco,
nuovamente, l'epos del quotidiano. Parmigiano (con due 'p'), il nostro autore,
fine traduttore di classici e meno classici russi, inventore di collane
editoriali "atipiche", capace d'inventarsi per esempio un romanzo
come "La banda del formaggio" - Marcos y Marcos, Milano, 2013 -
qualcosa sul suo spazio telematico l'aveva anticipato. Ma quando prendiamo
tutto assieme, vediamo trasformarsi in opera letteraria una dichiarazione del
Nori: "Quando ho cominciato a scrivere avevo il computer su un tavolo che
era contro un muro, e scrivevo guardando questo muro e la mia attenzione era
tutta verso l’alto, il triangolo che percorrevo per ore, nella mia testa, era
tra me, il computer e il cielo della letteratura dal quale cercavo di attingere
quelle parole, quelle espressioni, quella sintassi che avrebbero fatto di me un
maestro di stile, e scrivevo in una lingua dalla quale non si capiva, non si
doveva capire, che io ero di Parma, nel cielo della letteratura non c’era
Parma, non c’eran confini comunali, provinciali, regionali, c’eran delle altre
cose, c’era il premio Nobel, c’eran dei busti un po’ impolverati, c’era la
legge Bacchelli e dietro, là in fondo, c’era la crusca, e i cruscanti, che si
intravedevano appena ma restava il dubbio sulla loro natura a metà tra l’umano
e il divino. Dopo sei mesi circa che scrivevo tutti i giorni con questa
aspirazione al cielo della letteratura, mi hanno invitato a una rivista (si
chiamava Il semplice) dove, per capire se i racconti erano belli o no, li
leggevano ad alta voce, e io, quando son tornato a casa ho provato anch’io a
leggere le mie cose ad alta voce e pian piano le cose che scrivevo si sono
macchiate della lingua del posto dove le scrivevo (Parma), e le cose da
scrivere non mi venivan più dall’alto, mi venivan su da tutte le parti e quel
triangolo lì, io – computer – cielo della letteratura, è diventato un triangolo
con un vertice infinito, è diventato io – computer – mondo, credo che
grossomodo sia successo così". Come non leggere questo minutarista?
martedì 26 aprile 2016
Le Officine Cantelmo ospitano “Sul boxer del nonno verso la poesia” (Salento d’Esportazione-iQdB di Stefano Donno) l’antologia poetica curata da Alessandra Peluso
Le Officine Cantelmo ospita “Sul boxer del nonno verso la poesia” (Salento d’Esportazione-iQdB
di Stefano Donno) curato da Alessandra Peluso che avrà modo di presentare la
poesia salentina come percorso turistico da seguire. Impreziosiscono l’incontro
il dott. Roberto Fatano (Presidente Associazione LAICA), il dott. Giuseppe
Colafati (Sindaco di Poggiardo), Mauro Marino (Co-fondatore Fondo Verri,
operatore culturale), il dott. Giuseppe Pascali (Giornalista e scrittore) e la
presenza dell’avvocato Gaetano Messuti (Vicesindaco di Lecce).
Giovedì
28 aprile 2016, ore 18.30 - Officine Cantelmo – viale De Pietro (Lecce).
Un “vademecum” per passeggiare tra versi e pensieri.
Non conosce stagioni la poesia né tempo, “comincia nel punto in cui le parole
che di solito pronunciamo si rivelano banali o comunque inadeguate, quando non
riescono ad esprimere il nostro rapporto con gli esseri e le cose, con le
esperienze che attraversano la vita, con le esistenze con cui ci confrontiamo,
di cui abbiamo bisogno di stringere il senso, di comprendere la trama, di
svelare l’intreccio”. In questo “prezioso libello” gli incontri di Alessandra
Peluso con Antonio Errico, Carlo Stasi, Eliana Forcignanò, Elio Coriano, Enrico
Romano, Francesco Aprile, Francesco Pasca, Gianluca Conte, Giuseppe Greco, Lara
Carrozzo, Marco Vetrugno, Marcello Buttazzo, Maria Pia Romano, Maurizio Leo,
Anastasia Leo, Mauro Ragosta, Pierluigi Mele, Stefano Donno, Vito Adamo, Vito
Antonio Conte, Walter Vergallo e Lorenzo Martina.
“L'Entusiasmo
e la Passione sono le prerogative necessarie affinché ogni idea, o sogno si
possa realizzare, e così è stato con “Sul
boxer del nonno verso la poesia”: amo la poesia, questa terra, e
desidero offrire innanzitutto una cartina tornasole a chiunque voglia
avvicinarsi al testo. Vorrei che i poeti di oggi siano ricordati e soprattutto,
si conoscano le loro origini; vorrei..., non solo, il desiderio anche di
rendere chiara l'atmosfera che si respira nel Salento, e poi, un sogno
verriano, creare rete tra di noi salentini ed esportare la nostra poesia al
nord, senza presunzioni o pregiudizi di genere, solo per quell'unico grande
amore che unisce ed è la POESIA”. (Alessandra Peluso)
Alessandra Peluso
salentina, filosofia e poesia la sua vita; si è laureata in Filosofia, dottore
di ricerca in Scienze bioetico-giuridiche con una tesi di dottorato “Dal
trapianto allo xenotrapianto. Una via per garantire la disponibilità di
organi”. Correttrice di bozze ed editor presso l’Università del Salento nel
progetto “Enciclopedia di Bioetica”. Impegnata in comunicazione ed editoria.
Critico letterario. Collabora con Affari Italiani, Corriere Salentino, e scrive
interventi per la rivista di filosofia “Filosofia e nuovi sentieri” 159 N 2282
- 5711. Ha pubblicato saggi filosofici su “Albert Camus e Georg Simmel”;
“Xenotrapianti: le biotecnologie animali e la brevettabilità”; “Dalla Bioetica
alla biopolitica”, in onore del professore emerito Antonio Tarantino, ESI,
2014; “Il corpo delle donne e la bioetica”, Limina Mentis, 2015; “Nascite
(controllo delle)”, voce, IX vol., “Enciclopedia di Bioetica e Scienza Giuridica”,
ESI, 2015; “Happy different. Per una filosofia del benessere”, iQdB, 2015.
Pubblicazioni poetiche: “Canto d’Anima Amante”, Luca Pensa editore, 2011;
“Ritorno Sorgente”, Lieto Colle, 2013. Ha pubblicato in “Umane transumanze”,
antologia poetica, De Comporre Edizioni, 2014.
iQdB edizioni di Stefano Donno (i Quaderni del Bardo
Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74 - 73107
Sannicola (LE)
Redazione - Mauro Marino / Social Media
Communications - Anastasia Leo, Ludovica Leo
domenica 24 aprile 2016
sabato 23 aprile 2016
ALLA BIBLIOTECA STATALE BALDINI PRESENTAZIONE DEL LIBRO “I BASTIONI DI GONDOLIN”
Venerdì 29
Aprile p.v., dalle 18:00 alle 19:30, si terrà presso la Sala Consultazione
della Biblioteca Statale Antonio Baldini, via di Villa Sacchetti, 5 (quartiere
Parioli), la presentazione del libro “I Bastioni di Gondolin” - AA.VV. - casa
editrice “L’Arco e La Corte”. L’evento, patrocinato dal MIBAC - Direzione
Generale Biblioteche e Istituti Culturali e dalla Società Tolkieniana Italiana,
e organizzato dall’Ateneo Tradizionale Mediterraneo in collaborazione con lo
Studio Scopelliti-Ugolini, è inserito nella manifestazione giunta ormai alla
sesta edizione “Il Maggio dei Libri - Leggere fa Crescere 2016”. I saluti
iniziali saranno affidati a Luigi Pruneti, rettore dell’Ateneo Tradizionale
Mediterraneo; a seguire gli interventi di Maurizio Cohen, scrittore e
sceneggiatore di opere cinematografiche, Gianfranco de Turris, giornalista e
saggista e Roberto Pinotti, scrittore, giornalista e direttore di importanti
riviste scientifiche. Moderatore sarà lo scrittore Marco Galeazzi.
Durante la
serata saranno eseguiti brani di musica celtica con strumenti tradizionali a
cura del M° Oscar Bonelli. Al termine buffet e degustazione di vini
dell’Azienda agricola “Casale del Giglio”. La partecipazione all’evento è
libera e gratuita.
“Gondolin è la
rocca nascosta, protetta dai Monti Cerchianti, Gondolin è l'estremo rifugio
voluto da Turgon, figlio di Fingolfin, Gondolin è "la Città dai sette
nomi, dove chiunque combatta... Melkor può trovare speranza". Chi leggerà
questo libro giungerà nella piana di Tumladen, salirà sulle pendici del
"Colle di Guardia" e varcherà le bianche mura di Gondolin. Vi troverà
sorgenti d'acqua corallina, vedrà l'alta Torre del re, ammirerà le immagini di
Laurelin dai fiori d'oro e di Telperion, dai fiori d'argento, ma soprattutto
scoprirà i tanti segreti della Terra di mezzo, della sua storia e dei suoi
multiformi abitanti”
Info e contatti:
Studio
Scopelliti-Ugolini
venerdì 22 aprile 2016
giovedì 21 aprile 2016
mercoledì 20 aprile 2016
martedì 19 aprile 2016
lunedì 18 aprile 2016
sabato 16 aprile 2016
venerdì 15 aprile 2016
giovedì 14 aprile 2016
mercoledì 13 aprile 2016
martedì 12 aprile 2016
I Visconti. Storia di una famiglia di Francesco Cognasso dal 28 aprile 2016 in libreria per Odoya
L’epopea della famiglia
Visconti, una delle più antiche dinastie europee, dalle leggende sulle origini
coi vicecomites dell’XI secolo all’ascesa al governo della Milano medievale e
rinascimentale durato due secoli. A partire dal XIV secolo i Visconti portarono
alla città un periodo di gloria e ricchezza e, nel giro di una generazione,
estesero il loro potere a tutte le città del circondario: Bergamo, Novara,
Cremona, Como, Lodi, Piacenza e Brescia. Sempre sotto il dominio della famiglia
Visconti Milano vide la costruzione del duomo, che divenne il simbolo della
città. Una descrizione accurata dei personaggi, del contesto sociale e delle
relazioni politiche e amorose che si sono avvicendate nella Milano del Medioevo
e del primo Rinascimento. Sulla scorta di cronisti d’eccezione come Galvano
Fiamma e Bernardino Corio, l’autore elenca con straordinaria precisione
alleanze, tradimenti e battaglie con Firenze e Venezia, contro il papato e il
Sacro Romano Impero, fatti che hanno reso i Visconti l’emblema della Roma
secunda che ancora oggi porta il loro biscione come vessillo: come scrive
Dante, «la vipera che ’l Melanese accampa». Parallelamente, il lettore scoprirà
la Milano nascosta e la vita di milanesi pronti ad affollarsi alle porte della
città se chiamati a difenderla o a proclamare un nuovo signore. Attraverso le
gesta controverse di Matteo, Luchino, Azzone, Bernabò, Gian Galeazzo,
Valentina, Filippo Maria, si snoda il lungo racconto di una famiglia che ha
lasciato tracce indelebili su tutto il Nord d’Italia, dall’architettura alle
forme di governo, dallo sfarzo della sua corte al suo potente esercito.
Francesco Cognasso
(1886-1986) è stato uno dei maggiori storici italiani. Professore di Storia
medievale presso l’Università di Torino, preside della facoltà di Magistero
della stessa città dove insegnava Storia moderna. Dichiarato professore
emerito. Tra il 1930 e il 1934 direttore della Rivista storica italiana,
presidente della Deputazione Subalpina di Storia Patria, direttore del
Bollettino storico- bibliografico subalpino e consigliere del Centro italiano
di studi sull’Alto Medioevo. Socio dell’Accademia delle Scienze di Torino,
socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, presidente della Mostra storica
organizzata in occasione del Centenario dell’Unità d’Italia, nel 1961. La città
di Torino gli ha intitolato una biblioteca civica. Già pubblicato per Odoya,
Storia delle Crociate (2015).
lunedì 11 aprile 2016
venerdì 8 aprile 2016
Gli Hohenzollern. Dal Grande Elettore a Gulglielmo II di Walter Henry Nelson (Per i tipi di Odoya dal 28 aprile 2016 in libreria)
“La Prussia,
disse Lord Acton, non era un gigante, ma un atleta: i suoi allenatori furono
gli Hohenzollern, che prima svilupparono i muscoli di quello Stato e, più
tardi, li flessero. Furono gli Hohenzollern a trasformare una creatura debole e
fragile, oggetto di derisione, in un colosso temuto e perfino rispettato. Il
Land del Brandeburgo, con il quale diedero inizio al processo di edificazione
della Prussia, era un territorio periferico, infecondo, arretrato e senza
sbocchi sul mare; inoltre i possedimenti della famiglia rimasero per secoli
distanziati fra loro, con tutti gli inconvenienti che ne derivavano, e
virtualmente impossibili da difendere. Nonostante così gravi svantaggi,
nonostante la mancanza di denaro o di risorse naturali, gli Hohenzollern
edificarono un regno che diventò un impero. L’unità tedesca, che da Carlo Magno
in poi aveva cessato di esistere, fu ricreata nel 1871, quasi novecento anni
dopo, sotto un Hohenzollern re di Prussia. […]
Come scrisse
lo storico G.P. Gooch: «Quattro sovrani Hohenzollern, nello spazio di
centocinquanta anni, diedero alla Prussia un suo posto nella carta geografica
del mondo». Il più grande di questi re fu Federico II, il quale, grazie a
un’imperturbabile e audace politica di aggressione, fece della Prussia una
grande potenza.
La vitalità
degli Hohenzollern era enorme, e gli Asburgo diventarono ben presto per loro il
rivale da vincere, anche se gli eserciti austriaci superavano di gran lunga per
numero quelli prussiani.
In
conclusione, la Prussia che essi crearono risultò un complesso sconcertante di
contraddizioni apparenti; fu una riserva dell’assolutismo monarchico, ma anche
un Rechtsstadt, cioè uno stato retto da leggi, alle quali obbedivano anche i
potenti. […]
Il Kaiser
Guglielmo II, l’ultimo degli Hohenzollern che regnò in Germania, avrebbe potuto
far suo il motto «après nous le déluge»; infatti il collasso della famiglia
sconvolse a tal punto il suo stato da scatenare, alla fine, un vero e proprio
diluvio. Esso si chiamò nazismo, e il suo impeto spazzò via tutto ciò che gli
Hohenzollern avevano costruito con tanta diligenza e con tanta brutalità, ma
sempre con amorosa cura: lo stato, il modo di vita e la forma mentis che si
chiamavano prussiani” .
Walter Henry
Nelson, figlio di un diplomatico statunitense inviato a Berlino dopo la Prima
guerra mondiale, è considerato uno dei più brillanti storici anglosassoni.
È autore di
numerosi studi sul mondo germanico, tra i quali il famoso The Berliners, Their
Saga and Their City e Small Wonder: The Amazing Story of the Volkswagen. Vive a
Londra e collabora con le maggiori riviste storiche inglesi.
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