domenica 31 maggio 2015
sabato 30 maggio 2015
venerdì 29 maggio 2015
giovedì 28 maggio 2015
mercoledì 27 maggio 2015
Padre di Dio di Martin Michael Driessen (Traduzione di Stefano Musilli) edito da Del Vecchio Editore . Nelle librerie dal 24 giugno 2015
Il romanzo di
formazione di Gesù. Una colta “integrazione” delle Sacre Scritture ricca di
umorismo: Driessen si interroga sul rapporto tra padre e figlio e
sull’accettazione dei limiti umani.
Dio vive in una casa a
forma di cubo insieme alla governante Bartje. Trascorre le giornate cercando di
perfezionare il creato,
ma l’Uomo manda puntualmente all’aria i suoi piani. In preda
alla frustrazione e
alla malinconia, il Signore decide di lasciare l’umanità a se stessa e di
dedicarsi a passioni meno impegnative, come il Tullamore Dew e l’addestramento
dei colombi, finché un pastore, Mosè, non irrompe in casa, dà una sbirciata
alle bozze abbandonate della Genesi e sottrae i Dieci Comandamenti. Il Signore
è così costretto a interessarsi nuovamente delle sorti delle sue creature, ma
stavolta, decide, sarà un Dio più severo. Dopo una prima avventura sulla Terra
all’insegna della dissolutezza, vuole coronare un suo vecchio sogno: quello di
avere un padre che possa fargli da mentore. Individua un ruolo che gli
permetterà di tornare sulla Terra e di “aiutare gli uomini senza perdere la
faccia”. Rinuncerà all’onniscienza e s’incarnerà in un bambino cui spetterà il
ruolo del Salvatore. Giuseppe, padre dell’incarnazione di Dio, è consapevole
dell’infausto destino che attende Gesù, e nel disperato tentativo di sottrarlo
alla morte prematura e al disprezzo dei suoi contemporanei, lo rapisce.
Insieme, padre e figlio tentano di raggiungere il confine dell’Impero romano,
dando inizio a un viaggio biblico dai toni on the road. Intanto, nei cieli, la
fuga getta nello scompiglio gli angeli, che a Gesù preferiscono il carismatico
Giovanni, cugino del Messia. In una narrazione dal ritmo serrato, costante, che
fa da contrappeso alla scrittura densa e stratificata, Driessen risolve a suo
modo due quesiti cui la Bibbia non dà risposta: dov’era Gesù tra i dodici e i
ventisei anni? E soprattutto: ma che fine ha fatto Giuseppe?
L’autore - Martin
Michael Driessen (Bloemendaal, Paesi Bassi, 1954) è un riconosciuto regista
teatrale e d’opera, traduttore e scrittore, che ha trascorso gran parte della
sua vita professionale in Germania. Oggi vive in una casa galleggiante nel
cuore della campagna olandese. Il suo debutto letterario (Gars) risale al 1999.
Vader van God, suo secondo romanzo, è stato accolto con entusiasmo unanime
dalla critica olandese. De Volkskrant e NRC Handelsblad, tra gli altri, lo
hanno giudicato tra i migliori libri del 2012. Nel 2013 Wereldbibliotheek ha
pubblicato il suo racconto “Een ware held”, anch’esso molto amato dalla
critica.
«Vader van God non si
lascia inquadrare con un aggettivo: è blasfemo quanto rispettoso della Bibbia,
a tratti canzonatorio e a tratti devoto – Dio, che bel libro!». NRC Handelsblad
(Paesi Bassi)
«Forse il libro più
straordinario dell’anno. È un romanzo fantastico in tutti i sensi. Driessen
comprende l’arte di essere giocosi ma non vani e, soprattutto, è infallibile
nel mantenere l’equilibrio». Knack Focus
(Belgio)
«Driessen ha composto
un mosaico ricco di colori e sfumature. Vader van God è come un parco giochi.
Ogni capitolo è diverso dal precedente; i passaggi più riflessivi sono
affiancati a momenti di umorismo assurdo».
De Standaard (Belgio)
Pagine: 264 - euro 16 -
ISBN: 9 788861 101388
Del Vecchio Editore via
dei Giardini, 2 00062 Bracciano (RM) redazione:tel.0697240096
martedì 26 maggio 2015
Le inchieste del colonnello Reggiani di Valerio M. Manfredi (Einaudi)
Vedovo, con una figlia
che cresce velocemente, il colonnello Aurelio Reggiani dedica tutte le sue energie
alla lotta contro i furti di opere d'arte. E non importa se queste hanno già
varcato i confini del paese: Reggiani e i suoi uomini sono pronti a seguirne le
tracce anche in Sudamerica e nella Jugoslavia sull'orlo della guerra.
Un lavoro
che non richiede solo acume investigativo e organizzazione, ma pure una buona
dose di savoir-faire, perché gli ambienti in cui ci si muove non sono
propriamente "semplici".
Alti prelati, nobiltà e trafficanti
internazionali: sono questi i soggetti con cui entrano in contatto
l'affascinante colonnello e la sua squadra, composta da uomini efficienti e
preparatissimi... anche se talvolta un po' bon vivants.
lunedì 25 maggio 2015
domenica 24 maggio 2015
Di Vino Inchiostro ovvero i 25 anni della rivista Il Bardo a Copertino. Oggi domenica 24 maggio 2015 Atrio del Palazzo Municipale di Copertino (via Malta 10). Start ore 19,30
La
Città di Copertino, Vivai d’amore, il Maggio delle Rose e dei Libri presentano
“Di Vino Inchiostro ovvero i 25 anni de Il Bardo” a Copertino oggi 24 maggio 2015
presso l’Atrio del Palazzo Municipale di Copertino in via Malta 10 ore 19,30.
Modera Antonio Errico. Sono previsti gli interventi di Sandrina Schito (Sindaco
di Copertino), Mario Cazzato, Stefano Donno, Alessandro Laporta, Antonio Tarsi,
Maurizio Leo. Intermezzi alla Fisarmonica del Maestro Alessandro Gazza. “Il Bardo” (direttore responsabile Antonio
Tarsi) nasce nel 1991 dalla necessità di far conoscere la storia e la cultura
salentina. Il primo numero esce nel settembre di quello stesso anno, contiene
pochi articoli e qualche poesia. Inizia poi la collaborazione con grandi firme
della cultura salentina. Nel novembre 1995, nasce “Allestimento – Prove di scrittura-“
fortemente voluto dal direttore editoriale Maurizio Leo, il quale annovera tra
i suoi collaboratori i nomi più conosciuti del panorama poetico salentino.
Sempre nel Novembre ’95, Caterina Gerardi inizia la sua collaborazione grafica
fornendo le foto per la prima pagina de “Il Bardo“ e per “Allestimento “ . Da
qualche mese l'esperienza de Il Bardo e di Allestimento è sbarcata on line
all’indirizzo http://ilbardofoglidiculture.blogspot.it/
I
Quaderni del Bardo, il marchio che pubblica i supplementi editoriali della
rivista Il Bardo, collabora dall’aprile 2015 a iQdB edizioni di Stefano Donno
che continua la tradizione editoriale di Maurizio Leo con un nuovo marchio
editoriale dove la cura redazionale è affidata a Mauro Marino e la
comunicazione social ad Anastasia Leo e Ludovica Leo.
INFO
IL
BARDO / I Quaderni del Bardo Via Regina
Isabella, 2/D 73043 Copertino (LE)
iQdB
Edizioni di Stefano Donno
via
S. Simone 74 – Sannicola (Lecce) / Mail – iquadernidelbardoed@libero.it
sabato 23 maggio 2015
La pulce, la cerva e la vecchia scorticata. Tre fiabe da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile (Donzelli)
Era
inevitabile che Lo cunto de li cunti approdasse al grande cinema. All'alba del
terzo millennio, Matteo Garrone - il regista di Gomorra - ha deciso di
confrontarsi con la chiave fantastica e onirica prendendo le mosse proprio dal
Cunto di Basile. Il suo nuovo film attinge in particolare a tre fiabe che la
Donzelli ha pensato di raccogliere separatamente dal corpus delle cinquanta
storie e di proporre in questo piccolo volume rivolto ai lettori di ogni età.
Tre storie che dipanano il tema delle passioni - dall'amore all'amicizia,
dall'invidia alla seduzione - sul filo del grottesco e dell'inquietudine, del
comico e del ripugnante, del dramma e della fiaba. Passioni contornate da
magie, inganni, incantesimi, fate, orchi, torri da espugnare, insidie da
snidare, sollazzi e gozzoviglia, alla corte dei re e all'ombra di castelli e
boschi minacciosi o ridenti. Una lettura alla radice del fantasy moderno;
un'edizione dedicata alle tre storie, che propone in appendice anche il testo
napoletano di Basile.
venerdì 22 maggio 2015
Rio de Janeiro. Ritratto di una città di Bruno Barba (Odoya). In uscita il 10 giugno 2015
Per la collana
“Ritratto di una città” il prof. Bruno Barba ci porta a Rio de Janeiro, città
che è in procinto di ospitare le Olimpiadi 2016 dopo aver ospitato i mondiali
di calcio 2014. Accantonando per un attimo i problemi sociali delle favelas e
le implicazioni politiche della storia contemporanea, Barba si addentra nella
vera e propria essenza di Rio, alla ricerca della bellezza come forma di
ritualità. “Inconsapevole, innocente, pura, Helô Pinheiro passava sempre,
diretta al mare, dal bar Veloso, in Rua Montenegro. Passava e si faceva
ammirare, tra gli altri, da due già maturi signori, Vinícius di cinquant’anni e
Tom di trentacinque.” Cuore di tutto il volume, simbolo e sintomo dell’essenza
estetica della città è questo brano sull’incontro tra De Moraes, Jobím e la
vera Garota de Ipanema della canzone.
“La garota che è meglio
ricordare è quella eterea visione, quella paradisiaca immagine della bellezza
«che non è solo mia», ma che appartiene all’universo. Perché se fosse stata
soltanto dedicata a lei, seppure ragazzina attraente, e non all’eterno
femminino, quale senso avrebbero avuto le interpretazioni di Frank Sinatra,
Ella Fitzgerald, Nat King Cole, Louis Armstrong, Al Jarreau, Caterina Valente e
tanti altri?” si chiede l’autore. Ma quella languida passeggiata simboleggiava
ben di più: un periodo e un ambiente artistico che vide alternarsi al bar
Veloso (oggi il turistico e snaturato Garota de Ipanema) personaggi come i
cantanti “maledetti” celebratissimi in Brasile, ad esempio Cazuza, baiani
celebri come il regista Glauber Rocha, l’artefice del Cinema Novo, e Caetano
Veloso; artisti plastici quali Hélio Oiticica, che presentò, al Museo di Arte
Moderna di Rio nel 1967, un’installazione plastica chiamata Tropicalia, che
diede vita al movimento omonimo. E, ancora, personaggi come Jaguar, disegnatore
e giornalista, uno dei responsabili del “mito di Ipanema” perché accompagnò
tutta l’esistenza del Pasquim, un settimanale unico nel suo genere, carico di
caustica ironia, satira politica, proprio nei momenti più cupi della dittatura
che diede vita al movimento omonimo.
Ma nel milieu di
Ipanema (letteralmente acqua grama, solo per atletici) degli anni 50 e 60 del
Novecento si mossero anche personaggi come Jorge Amado che con Gabriella
garofano e cannella (1958) portò all’attenzione della letteratura mondiale la
bellezza tipica delle mulatte di Rio. E ancora quell’ Oscar Niemeyer, amico e
collaboratore per il film Orfeo Negro (vero e proprio manifesto delle origini
africane dei brasiliani) del già citato Vinícius de Moraes e “archistar”
antelitteram di cui ancora oggi si possono apprezzare le futuristiche forme
architettoniche del Mac (Museo di arte contemporanea) del sobborgo di Niteròi.
Senza dimenticare il livornese “naturalizzato” brasiliano Arduìno Colassanti, surfista
e attore che cavalcò le onde del promontorio dell’Arpoador.
La prosa di Barba, vero
innamorato della città carioca, è un profluvio di descrizioni appassionanti e
di frasi a effetto che coinvolgono il lettore: scrive a un certo punto
Intelectual não vai á praia, intelectual bebe, «L’intellettuale non va in
spiaggia, l’intellettuale beve». Un modo del tutto giocoso per sfoderare la sua
impressionante conoscenza della città e metterne a parte il turista
consapevole, ma anche, come nello spirito della collana, il viaggiatore seduto
in poltrona che con una cachaça in mano e un cd di bossa nova nello stereo già
accarezza il sogno di un’estate nella città più poetica del mondo.
Bruno Barba è
ricercatore di Antropologia presso il Dipartimento di Scienze Sociali
dell’Università di Genova. Da oltre vent’anni studia il meticciato culturale e
il sincretismo religioso del Brasile. Tra le sue pubblicazioni: Bahia, la Roma
Negra di Jorge Amado (2004); Un antropologo nel pallone (2007); Tutto è
relativo. La prospettiva in Antropologia (2008); La voce degli dei. Il Brasile,
il candomblé e la sua magia (2010), La XXXIII squadra (2010), Dio negro (2013),
No País do Futebol (2014).
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