Sulle montagne russe di
Marino le regole metriche seguono i sobbalzi della monorotaia: voci ora tenui
ora drammatiche si alternano bruscamente in una cantilena adescante come il
canto delle sirene di Ulisse, capace di improvvise impennate al ritmo spezzato
del jazz. I versi radicano nel degrado e nelle solitudini dell’uomo e conducono
a un’apnea con rari momenti di respiro. Il percorso presentato, anche se tetro,
non deve intendersi come esaltazione del male ma come presa di coscienza dei
gorghi in cui l’uomo moderno si sta inabissando. (dalla prefazione di Riccardo
Lanfranchi)
Guglielmo Marino è nato
a Milano nel 1971. Cura ed è curato dalla sua chitarra, dai bonsai e dalla
poesia. Assieme a quest’ultima, esordisce con l’opera prima Quattro passi nel
buio.
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